Come mai in Germania ci sono meno morti di coronavirus?

Come mai in Germania ci sono meno morti di coronavirus? È questa la domanda che sorge spontanea facendo un confronto tra i dati statistici della Germania e dell’Italia sui contagi ed i morti da Corona Virus.  Balza subito agli occhi una differenza sostanziale che in molti ha suscitato domande ed in alcuni ha stimolato l’elaborazione di teorie complottistiche.

Del resto fa pensare quando si confronta la Germania con quasi 72.000 contagi e meno di 800 morti  quindi con una percentuale inferiore all’1%, mentre in Italia, invece, gli infetti sono quasi 106.000 e le vittime quasi 12.500, con una percentuale quasi del 12%.

Le voci che si rincorrono in questi giorni sono state tante, facendo a gara a chi le spara più grosse, tra emigranti frustrati, social, televisioni ed anche giornali. “Nascondono i morti“. “Nascondono i dati dei tamponi“. “Falsificano i risultati“. “Ignorano i malati e fanno finta che muoiano di raffreddore“. “Seppelliscono vittime di polmonite defunte in realtà di coronavirus“. “Non ti curano se non stai per esalare l’ultimo respiro“. Insomma, il pensiero diffuso e comune è che i tedeschi debbano per forza di cose barare sui loro numeri.

Come mai in Germania ci sono meno morti di coronavirus?

Il mistero dei tamponi

Un primo tassello per capire il mistero e la differenza sta nel conoscere il numero di tamponi effettuato che nei primi giorni non è stato possibile conoscere per una presunta “privacy”. In definitiva però il problema nasce da un sistema sanitario misto pubblico e privato, pertanto non comunicavano i dati perché non li avevano. Dopo alcuni giorni i dati hanno iniziato a confluire e dopo una prima comunicazione di circa 50.000 tamponi ne è seguita un altra con 160.000 test tamponi a settimana.

L’ultima comunicazione ufficiale del Ministero dell’Interno cita circa 500.000 test a settimana, svela l’obiettivo di arrivare a 200.000 test al giorno, oltre al chiarimento per il quale la bassa letalità è legata all’alto numero di test tampone effettuati.

Contagiati da COVID-19

Forse può essere questa una differenza sostanziale se si guarda dal punto di vista dei Test tampone effettuati, perché mentre in Germania si è al momento sui 500.000 alla settimana in aumento, l’Italia a partire dal 28 febbraio ha iniziato a fare meno tamponi adeguandosi alle direttive OMS per “non sottoporre a un carico di lavoro eccessivo i 31 laboratori autorizzati ad analizzare i risultati in una fase di crescita esponenziale dei contagi” come ha spiegato Matteo Villa, studioso ISPI. Quindi in Germania, probabilmente,  il numero di contagiati reali intercettati nelle fasi iniziali dell’infezione è più vicino ai numeri reali rispetto all’Italia.

In effetti a tal proposito molto si discute in Italia, proprio dal 28 febbraio se applicare il metodo sudcoreano o veneto. È evidente che effettuando meno tamponi si intercettano meno infetti soprattutto nelle prime fasi dell’infezione e quindi il numero dei deceduti sale. Quindi se si rapportasse il numero dei deceduti al numero di effettivi contagiati, il tasso di letalità non è più del 10% ma ‘solo’ del 2%, vicino al dato medio degli altri paesi.

Le percentuali dei decessi confluiranno

Su questi dati apparentemente positivi della Germania, il direttore dell’Istituto Koch, Lothar Wieler non smette comunque di ripetere che il numero dei deceduti aumenterà, confortato dalle parole del direttore della facoltà di virologia dell’università di Heidelsberg, Hans-Georg Kräusslich: “Siamo ancora a un primo stadio del contagio in Germania”. In futuro quindi ci si aspetta un livellamento dei dati tra i vari paesi che al momento si trovano in fasi diverse della pandemia.